Il problema della corretta gestione climatica della sala che ospita un pianoforte è tema molto sentito da proprietari e pianisti. Non sempre però a tanta preoccupazione segue un’azione concreta e decisiva per la soluzione di eventuali problemi climatici, lasciando così al “caso” e alla “buona sorte” l’investimento pianoforte. In realtà, i rimedi da porre eventualmente in atto sono semplici ed economici. Non c’è quindi ragione per non affrontare e risolvere le problematiche che dovessero presentarsi.
I danni che uno strumento musicale può riportare sono molto seri, a maggior ragione un pianoforte, il quale essendo costituito da innumerevoli componenti di diversa natura (legno, feltri, pelli, acciaio armonico, rame,) sarà soggetto a molteplici reazioni fisiche dei materiali in condizioni climatiche sfavorevoli. Ricordiamo che tutti i materiali naturali non sono mai “inerti”, bensì posseggono in sè quel “movimento” connaturato alla propria origine (si pensi all’ordito della trama nei feltri oppure le tensioni intrinseche nelle pelli naturali…) Ancor più il legno; tutti i componenti di questo materiale hanno un’evoluzione costante, in termini di movimento fisico, maturazione, ossidazione delle resine linfatiche, sfibramento da stress di pressione o compressione ecc… La tavola di risonanza per esempio si trova in uno stato di pressione/equilibrio costante.
E’ lapalissiano il fatto che, ogni condizione climatica sfavorevole vada a incidere negativamente sull’evoluzione di questi delicati equilibri. Al contrario invece, un corretto ambiente può agevolare i rapporti di equilibrio di tutti questi fattori su di un pianoforte ben progettato e ben costruito.